ME, YOU AND… MARCO GUAZZONE
Se su Youtube scrivete Marco, tra i suggerimenti appaiono per primi Mengoni e poi Carta. Non fermatevi, ma proseguite fino a trovare Marco Guazzone, un nome che probabilmente non vi dice ancora molto ma che presto sono certo sentirete in giro.
If you write Marco on YouTube, the first suggestions you get are Mengoni and Carta. Don’t stop here but go on until you find Marco Guazzone, a name that probably doesn’t’ tell you a lot yet, but very soon I’m sure you’ll hear about.
Marco, con cui ho avuto la fortuna (e il piacere!) di scambiare quattro chiacchiere, è voce e anima degli Stag, che usciranno con il loro primo cd in autunno. Nel panorama musicale italiano Marco sembra quasi un alieno: tanta gavetta e nessuna intenzione di approdare a un talent show, un mix di sogni nel cassetto e determinazione.
Non sto a scrivere definizioni di genere ne paragoni musicali (che non piacciono nè a me nè a lui), prendetevi piuttosto 10 minuti per leggere questo post e fatevi la vostra idea. Sono super sicuro che non resterete delusi.
J: Allora Marco cominciamo con le domande semplici, mi parli un po degli Stag e del logo?
M: Il cervo con le rose è la prima cosa ad essere nata, perché l’ha disegnata mio fratello, che è un grafico, quando ho fatto il mio debutto su MTv Soundwave e il giorno della finale ho indossato la tshirt con questa immagine e da allora è stato un po un portafortuna. Mio fratello è riuscito a rendere graficamente l’idea della mia musica: il cervo che sta per la parte più rock e le rose invece per la parte più dolce e melodica. E da qui poi, visto che cervo in inglese si dice Stag è nato anche il nome del gruppo!
J: Con gli altri membri del gruppo come vi siete trovati? siete amici? vi siete trovati per caso?
M: Sarebbe bello dire che suoniamo insieme da anni, invece ho cambiato molti musicisti, i brani li scrivo io ma lavoriamo lasciando che le idee di tutti si mescolino. Andrea era venuto a sostituire il vecchio chitarrista, ma poi è rimasto ed ha dato un super contributo x dare una chiave un po più rock. Niccolò è al basso, lui fa il musicista ma anche l’attore. E poi c’è l’ultimo arrivo, Stefano alla tromba che poi in realtà è un po l’elemento jolly della band.
J: Senti Marco ho letto su di te accostamenti musicali di ogni tipo, premetto che i paragoni non mi fanno impazzire, però c’è qualche artista a cui ti senti musicalmente più vicino?
M: Tutti ci ispiriamo a qualcuno, diciamo che io sono sempre stato affascinato da chiunque sia riuscito a rendere il pianoforte uno strumento da musica rock. Quindi in primo luogo direi Chris Martin e i Coldplay, tra l’altro Parachutes è il primo cd che ho comprato. Poi nella mia top 5 ci sono i Radiohead, i Muse per la parte più rock-elettronica, poi i Sigur Ros e infine non può mancare Jeff Buckley.
J: So che hai un rapporto speciale con l’Inghilterra, che differenze hai trovato rispetto all’Italia?
M: Si si, io ho fatto molto la gavetta a Londra, perché là è più semplice suonare, ci sono dei locali apposta dove se sai suonare puoi farlo, non è come in Italia dove spesso servono le amicizie per poterlo fare. E’ stata un’esperienza bellissima perché devi coinvolgere la gente solo con la voce e la tastiera, anche se gli impianti spesso fanno schifo: sei tu che devi creare un momento magico senza l’aiuto di luci o di altri effetti, ma solo con la musica. Per me la cosa più bella è suonare dal vivo, perché c’è uno scambio forte di emozioni tra tu che suoni e chi ti ascolta, si crea un qualcosa anche se siamo solo in 2 persone.
J: ora le domande difficili, tu hai scelto un percorso completamente diverso da quello dei talent show, a cui eppure molti giovani oggi ambiscono. Come mai?
M: Io non ce l’ho assolutamente con questi programmi, però quando mi è stato chiaro che non avrei potuto suonare il piano, non avrei potuto cantare le mie canzoni fin quando (se) fossi arrivato in finale, ho capito che non era un’esperienza che faceva per me.Ti plasmano lì dentro, è un percorso che è utile per chi parte da zero, ma non per chi, come me, ha già una propria base.
J: Tu ti occupi anche di musica da film, c’è un regista con il quale ti piacerebbe poter lavorare?
M: Beh, mi piacerebbe molto Tim Burton. Io adoro il suo compositore Danny Elfman che scritto le musiche per quasi tutti i suoi film.
J: guardando i tuoi video su YouTube, ho fatto caso che in alcuni sei scalzo. Come mai?
M: eheh si è vero, suono scalzo se il posto lo permette. Perché è comodo, ho più sensibilità coi pedali, se posso lo faccio perché sono cresciuto suonando scalzo in casa e mi piace poter continuare a farlo.
J: una domanda che non posso non farti: hai lavorato anche con Jay Brannan, come è andata?
M: Tutto è nato da un amico in comune. Era ancora l’epoca di Myspace,l’ho contatto dicendo che mi sarebbe piaciuto aprire il suo tour e lui mi ha risposto dicendo che sarebbe stato molto contento e così ho avuto la possibilità di suonare prima del suo concerto a Roma. Poi da li è nata un’amicizia/collaborazione e ho suonato anche in alcune date del suo tour europeo. Ho imparato tanto da Jay, dal suo modo di stare sul palco, il suo modo di fare musica solo con la voce e la chitarra è stupendo.
J: Marco veniamo alle cose serie, so che stai lavorando a un cd. Cosa c’è in cantiere?
M: si è vero, stiamo lavorando sia a un ep che ad un album, l’ep sarà probabilmente in inglese mentre l’album in italiano e usciranno in autunno. Adesso stiamo lavorando con Steve Lyon, che è un produttore inglese ed è una cosa di cui io sono contentissimo perché lui ha lavorato con un sacco di grandi artisti, da Paul McCartney ai Depeche Mode ai Subsonica e ancora stento a credere che abbia deciso di fare davvero qualcosa con noi. Quindi adesso siamo divisi con le registrazioni tra Roma e Londra, ma presto potrete ascoltare il frutto del nostro lavoro.
J: In un’ora scarsa Marco mi ha conquistato, più che un’intervista è stata una chiacchierata, siamo finiti a parlare di Chopin e Debussy e di altro che da un ragazzo di neanche 23 anni sinceramente non mi sarei aspettato. Marco mentre parla sorride spesso, ha una voce che ti cattura e ti incanta (anche se inspiegabilmente sostiene che all’inizio si imbarazzava a farla sentire agli altri..), ha i sogni negli occhi e la faccia di chi lavora sodo per realizzarli. Io ho visto tanto talento e neanche un po di presunzione. Per me tutto questo è stato solo una conferma, spero invece per voi sia stata una piacevole scoperta!
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